Petros a dedicato a Platone diverse opere fra le quali la grande opera olio su tela  “Dialoghi di Platone” (Fedone) e il ciclo di opere Radici Celesti (Timeo).

DIALOGHI DI PLATONE – FEDONE: L’ IMMORTALITA’ DEL’ANIMA

<<Il metodo “sincronico” è ben visibile anche nel quadro “I dialoghi di Platone”. Qui, come in altre sue opere, Petros si avvale di una tecnica – l’inserzione di versi o di passi nella sintesi pittorica – usata sì da alcune avanguardie del Novecento (i surrealisti, per esempio o i dadaisti), ma che ha origine nel mondo antico, nelle iscrizioni dei nomi che sulle pitture vascolari indicavano i personaggi rappresentati. Non solo: nel caso dei “Dialoghi di Platone”, Petros inserisce (spingendo i limiti della contaminazione tra le arti ancora più in là dei surrealisti) una lunga citazione, un passo del Fedone, nel quale Socrate, in procinto di morire, discute con i suoi discepoli (la crème della cultura greca di allora) sul destino e sulla natura dell’anima. La lunga citazione è una guida alla comprensione del quadro, una “didascalia” scenica, per usare una terminologia teatrale, che ci fa capire che la pittura diventa filosofia e la filosofia, oltre che nel dialogo, si può sostanziare nel disegno e nel colore. Pittura e filosofia platonica, aristotelica, presocratica: a tutti Petros ha dedicato un ciclo pittorico>>.

                                                                                                                                  Massimo Cazzulo

 

Argomento centrale del Fedone di Platone è l’immortalità dell’anima. Socrate, accusato di empietà e corruzione dei giovani, venne condannato a morte. Fedone, allievo che fu presente alla sua morte, racconta le ultime ore del maestro dedicate alla filosofia. Filosofia, che in ultima analisi, spiega Socrate agli attoniti discepoli, è proprio una lunga preparazione alla morte, che è la liberazione dell’anima immortale dal carcere del corpo. Centro del dialogo è la dimostrazione dell’immortalità dell’anima, sviluppata con una serie di prove che culminano nel cuore stesso della filosofia platonica: il mondo delle idee.

 

FEDONE

E l’anima, allora, l’elemento invisibile, l’elemento che se ne va via in un altro luogo affatto simile ad essa, in un luogo nobile e puro e invisibile (nella casa dell’invisibile propriamente detto), presso il dio buono e saggio” , laddove, se il dio voglia, fra poco dovrà andare anche la mia anima; ebbene, quest’ anima che, in noi, è cosiffatta ed ha tale natura, nel momento che si stacca dal corpo, ecco che subito si è dileguata e distrutta, come dicono la maggior parte degli uomini? Da questo è molto lontana, mio caro Cebete e mio caro Simmia; al contrario è molto più probabile che la cosa stia così. Se l’anima si allontana pura dal corpo, senza trarne nulla con sé, come quella che durante la vita nulla ebbe in comune con esso di sua volontà, e anzi cercava di fuggirlo e di rimanere tutta raccolta in se stessa, dal momento che a questo sempre si esercitava e questo non significa altro che essa praticava rettamente la filosofia e che, realmente, si esercitava ad accettare senza difficoltà la morte”; 0 non sarebbe questo che chiamiamo un esercitarsi alla morte?

-Senz’alcun dubbio.

– Ebbene, poiché tale è l’anima, non se ne andrà essa a ciò che è ad essa simile, all’invisibile, a ciò che è divino immortale e saggio, dove giunta le sarà dato di essere felice, liberata dal vagare e da stoltezza e da paure e da passioni selvagge e dagli altri mali umani? 

 

PLATONE TIMEO: LE RADICI CELESTI

Ciclo di opere, che hanno dato il titolo alla mostra che si è tenuta al Palazzo Broletto di Como nel 2016, sono dedicate al Timeo di Platone.

Petros rimase folgorato dalla frase del Timeo di Platone: << … quella specie di anima che è in noi … risiede nella parte superiore del nostro corpo … giacché noi siamo piante celesti e non terrestri …>>.  In queste opere contrassegnate da misteriose forme stimolate da trasparenti vibrazioni luminose, Petros intendeva rappresentare il mondo delle idee che continuano a balenare nel cervello dell’uomo insieme a ricordi, ansie, speranze, domande senza risposte. Nel gioco appassionante dell’<<esistere>>   unito all’appassionante della ricerca dell’ <<essere>>.  

                                                                                                             Piera Gatta

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