I TRENTATRE’ OLI DEL PITTORE GRECO ISPIRATI AGLI AFFRESCHI DEL SACROMONTE DI OSSUCCIO

Posted by on Mar 16, 2016 in Press | Commenti disabilitati su I TRENTATRE’ OLI DEL PITTORE GRECO ISPIRATI AGLI AFFRESCHI DEL SACROMONTE DI OSSUCCIO

I TRENTATRE’ OLI DEL PITTORE GRECO ISPIRATI AGLI AFFRESCHI DEL SACROMONTE DI OSSUCCIO

UN OMAGGIO DELL’ARTE CONTEMPORANEA ALL’ARTE DEL PASSATO

I soggetti dei trentatrè oli del pittore greco sono ispirati agli affreschi all’interno delle cappelle barocche del Sacromonte di Ossuccio: riprendono le opere di Gian Paolo Recchi, Carlo Gaffuri, Innocenzo Torriani e le sculture di Agostino Silva.

Donne addolorate – olio su tela – 1999

L’Assessorato al Comune di Ossuccio con la collaborazione della COMUNITA’ MONTANA LARIOINTELVESE ha realizzato il libro “IL SACROMONTE DI OSSUCCIO VISTO DA PETROS – Edizioni Salea – 2000 – Introduzione di Piera Gatta.

<<Il “bello eterno” una volta captato non appassisce. Ma occorre proteggerlo, tramandarlo>>

Leggi l’articolo “L’arte di Petros sfida il tempo” di Emanuele Caso

Cavaliere – olio su tela – 1999

Calvario – olio su tela – 1999

Incoronazione di spine – olio su tela – 1998

Torturatore – olio su tela – 1998

Incoronazione di spine – olio su tela – 1999

Pietro rinnega – olio su tela – 1999

Torturatore – olio su tela – 1999

Torturatore – olio su tela – 1999

Angeli musicanti – olio su tela – 1999

La flagellazione – olio su tela – 1998

Il tradimento di Giuda – olio su tela – 1999

Angelo – olio su tela – 1999

Gesù adolescente – olio su tela – 1998

Pax in terra – olio su tela – 1998

Angeli musicanti – olio su tela – 1999

Angeli musicanti – olio su tela – 1998

Cavaliere – olio su tela – 1999

Ascensione – olio su tela – 1998

Maria addolorata – olio su tela – 1998

Spettatori – olio su tela – 1999

Donna – olio su tela – 1998

Donne addolorate – olio su tela – 1999

Soldato addormentato – olio su tela – 1999

Soldato – olio su tela – 1998

Angelo – olio su tela – 1999

Personaggi – olio su tela – 1999

Padre eterno – olio su tela – 1998

 

MOSTRA DI PETROS NELLA CHIESA ROMANICA SANTA MARIA MADDALENA DI OSSUCCIO GIUGNO 2000

Perché un pittore greco contemporaneo, Petros, impegnato di solito nei suoi grandi dipinti, a fermare l’energia creatrice e trasformatrice dell’universo, ha lasciato il suo linguaggio abituale, per riproporre alla nostra attenzione un altro linguaggio, appartenente addirittura ad artisti del diciassettesimo secolo?

Perché il “bello eterno” una volta captato non appassisce. Ma occorre proteggerlo, tramandarlo.

Grazie alla partecipazione di tante persone si è giunti alla realizzazione di questa piccola grande mostra che vuole essere un omaggio dell’arte contemporanea all’arte del passato.

Il protagonista assoluto a cui va il merito maggiore è Petros che con queste parole spiega il significato della mostra: “Ho guardato attentamente le opere di questi artisti del passato, che hanno operato nelle cappelle del Sacro Monte di Ossuccio, lo scultore Agostino Silva, i pittori Gian Paolo Recchi, Carlo Gaffuri e Innocenzo Torriani e le ho reinterpretate. Io credo di aver colto il loro messaggio ricco di umanità e perciò attuale. Inoltre la mostra può essere considerata una preparazione al pellegrinaggio al Sacro Monte e offre la possibilità di osservare alcuni particolari che dalle grate delle cappelle non si possono cogliere.”

La mostra ha luogo nella chiesetta romanica Santa Maria Maddalena di Ossuccio il cui celebre campanile è diventato uno dei simboli del lago. Questa insieme alla casa patronale dei conti Giovio, (oggi sede del comune) e al famoso edificio Hospitalis de Stabio, costituisce un complesso monumentale fra i più intatti e stupefacenti della nostra bella Italia.

La mostra è dunque anche un omaggio all’arte dei maestri Comacini che hanno lasciato le loro gloriose tracce oltre che sul Lario in tutta Italia e in Europa.

ll tema del pellegrinaggio è comune sia al medioevale Ospedaletto, concepito inizialmente come luogo di sosta e di ristoro per i pellegrini, che al secentesco Sacro Monte ideato insieme agli altri delle valli prealpine, come “alternativa” ai pellegrini nei luoghi santi della Palestina.

Costruiti quali baluardi per arginare la riforma protestante che scendeva dalle Alpi, allo scopo di avvicinare il tema religioso alla cultura dei pellegrini, in tutti i Sacri Monti, è stato usato l’espediente di descrivere, accanto ai fatti religiosi, episodi di vita quotidiana. La narrazione è divenuta pertanto anche ritratto della società contemporanea agli autori della narrazione stessa.

Petros che già nel 1994 aveva fissato in schizzi a china, immagini esterne delle Cappelle, raccolti poi in cartelle di litografie, ci presenta ora 33 piccoli olii. 33 erano gli anni di Gesù Cristo.

Due pezzi si riferiscono all’infanzia e all’adolescenza di Gesù, diciotto a scene del Calvario, quattro agli angeli in scultura, tre all’ascensione e trascendenza, sei agli affreschi.

Si tratta quindi di una sintesi abbastanza esaustiva delle rappresentazioni plastico-pittoriche contenute nelle Cappelle. E se di re-interpretazione si tratta e non di copia fedele, (che è compito della riproduzione fotografica) va detto che il messaggio degli artisti del XVII secolo ci è giunto chiaro e inalterato. I pezzi più significativi ci sembrano quelli che riproducono la passione di Gesù e di Maria, pregni come sono di forza drammatica, e di alto livello compositivo.

Anche gli olii che rappresentano i testimoni della tragedia, siano essi torturatori o semplici spettatori occasionali, sono notevoli nella fattura, nell’impulso del movimento, nell’intensità delle espressioni.

Fra le riproduzioni degli affreschi, quella di Innocenzo Torriani e quella di Carlo Gaffuri, restituiscono appieno la maestria dell’impianto volumetrico e l’atmosfera dell’evento che sta per verificarsi, e quelle di Gian Paolo Recchi, l’eleganza dei suoi angeli musicanti, così ben “sistemati” tra le nuvole.

Questi dipinti di Petros sono stati eseguiti tutti nel 1998 e nel 1999 e si tratta ora di un capitolo chiuso, perché ha ripreso a lavorare sui suoi grandi olii e sulle sue raffinate tecniche miste.

Ha voluto dimostrare la sua abilità nell’affrontare anche la pittura figurativa?

Al di là della rappresentazione figurativa, ciò che accumuna tutte le opere di Petros è l’energia in esse contenute, il palpito della vita. Per questo l’artista è definito “creatore”, perché creatore di vita.

Maggio 2000       Piera Gatta